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  • Qui quelle ferite sono state rimarginate tutte

    Certo, come no, il secessionismo leghista è solo stupidità e non bisogna interrogarsi oltre, aver sputato sulla costituzione su 22 anni per opportunismo politico è stato bellissimo, le divisioni economiche e sociali sono state tutte colmate con successo dal modello centralista come predetto nel 1972.

    Poi stranamente, persone che disperatamente tentano di difendere quella riforma costituzionale, stanno uscendo solo da qualche mese nel dibattito pubblico: fenomeno spiegabile solo con la volontà di difendere l’oscenità normativa dell’autonomia differenziata.

    Il rasoio di Occam dice che, molto semplicemente, alla gente andava bene la riforma del Titolo V, che infatti è stata promossa con referendum, e va ancora bene anche la decentralizzazione sul modello delle regioni.

    Come ho già spiegato, il federalismo libertario non c’entra nulla con il dibattito italiano, uno stato unitario da 160 anni che da 160 anni non presenta serie proposte federaliste a causa dell’insussistenza di quest’esigenza.

    La decentralizzazione italiana che dura da decenni è lenta ma costante. Il federalismo è il mezzo più semplice e veloce per ottenere un sistema davvero solido e non passare per tutte questi scontri (e abusi, quando lo Stato si oppone a se stesso). Il periodo di distruzione del dibattito sulle autonomie e di elevazione dell’unità a tutti i costi a sacro obiettivo (politico e propagandistico) del Paese è stata la dittatura fascista, che infatti si era trincerata sulla lotta alle potenze straniere e sulla propaganda del passato.


  • in cui la repressione fascista verso i Catalani e i Baschi ha prodotto ferite incurabili

    In Italia dopo la guerra civile invece, con territori persi e territori che erano stati repressi dal fascismo, territori in cui c’è stata l’invasione e la collaborazione dei nazisti ma anche la Resistenza, territori che hanno minacciato la secessione armata (alcuni lo hanno fatto per decenni) e hanno ottenuto il contentino dello statuto speciale, la transizione post fascista è stata una passeggiata di salute.

    L amministrazioni regionali sono poco più che i dipartimenti napoleonici

    Charles De Gaulle è caduto per aver tentato di rendere la Francia più decentralizzata; non era certo un pazzo o uno sporco secessionista leghista ignorante. Al confronto dell’Italia la Francia è ancora una gabbia di ferro che si sta disgregando, saranno costretti a concedere alla Corsica qualcosa di più simile al nostro statuto speciale mentre per i territori d’oltremare che già hanno più autonomia non sembra comunque bastare.

    Al momento si tratta della riforma più autolesionista mai fatta da uno stato europeo, visto che ha determinato l’esplosione incontrollata della spesa pubblica.

    Ci vuole davvero tanto coraggio ad incolpare una riforma che finora è stata applicata per un numero davvero esiguo di ambiti mentre negli anni i governi centrali hanno sprecato soldi a destra e a manca nei modi più fantasiosi, hanno ignorati problemi gravi e strutturali che perdurano da decenni e hanno pure avallato tagli scriteriati e dannosissimi che hanno messo in ginocchio milioni di persone per l’incapacità dei pochi.

    Straw man o meno, aspetto esempi di libertari che lottano per la centralizzazione.


  • Purtroppo di esempi di Paesi “unitari” spaccati come l’Italia ce ne sono molti altri, e quasi tutti si stanno trascinando i problemi da decenni o secoli esattamente come noi. Quando manca la volontà o la possibilità di fare riforme agli ordini prestabiliti che sono ritenuti intoccabili succedono queste cose.

    La Spagna ha concesso autonomie molto più forti di quelle italiane dopo la caduta del fascismo, che le aveva abolite. L’Italia invece dopo la caduta del suo fascismo ha disatteso la costituzione repubblicana per 22 anni, istituendo solo nel 1970 le amministrazioni regionali. Questo è il bel modello unitario all’italiana.

    Il progetto federalista italiano è morto con i federalisti risorgimentali perché è stato superato dallo Stato nazionale unitario.

    I problemi invece sono ancora tutti qua.

    Se la secessione, per fortuna, non ha portato risultati a livello nazionale, un superamento di quelle idee con progetti di maggiore autonomia stanno evidentemente raccogliendo un consenso popolare molto maggiore, a partire dalla riforma del Titolo V e arrivando alla sua implementazione nella legislazione e nell’ordinamento (perché di questo stiamo parlando, come sempre con i tipici vent’anni di ritardi italiani). E’ completamente legittimo.

    Se ci sono esempi di libertari che combattono per la centralizzazione violenta o forzata in uno Stato che distrugga le diversità e riduca le autonomie sono curioso di conoscerli.









  • Sono sorpreso del fatto che non si parli di unificazione di SPID e CIE, anzi sono riportati degli obiettivi numerici per i prossimi 3 anni sulle autenticazioni tramite entrambi gli strumenti: arrivare nel 2026 a 1,1 miliardi di autenticazioni SPID (partendo da 1 miliardo nell’arco del 2023) e appena a 50 milioni di autenticazioni con CIE, cioè meno del 5% di quelle SPID. Forse al governo hanno capito che SPID non sarà mai sostituito da CIE perché è già molto più radicato, e hanno smesso di puntare alla fantomatica unificazione. O meglio, forse vogliono nascondere questa unificazione dietro all’arrivo del futuro wallet europeo.

    E’ preoccupante che sia messo nero su bianco quello che era già trapelato altre volte dall’inizio del governo Meloni: un severo rallentamento dei processi di digitalizzazione della PA, il disinteresse dei partiti di destra e dei membri di governo su questo tema e il dilatarsi di scadenze che prima sembravano alle porte: a fine 2021 è stato approvato il passaggio di SPID a OpenID Connect, l’implementazione per i provider è obbligatoria da maggio 2022, a inizio 2023 sono state aggiornate per l’armonizzazione con CIEid. Se è già tutto pronto perché nel nuovo piano si dà come termine dell’implementazione gennaio 2025? Cosa (non) si è fatto fino adesso? SPID per i minori (controllato dai genitori) esiste già, perché la Zecca dello Stato, che assieme al Ministero dell’Interno gestisce CIEid, per fare la stessa cosa ci metterà fino ad aprile 2025?



  • Io direi che cosa sia preferibile è anche soggettivo in base a diverse valutazioni, tecnicamente però è vero che l’intero sistema della CIE (quindi sia la tessera fisica che CIEid che è simile a SPID utilizzato senza la tessera fisica ma solo con nome utente, password e OTP) è gestito dal Ministero dell’Interno. Un “problema” di CIEid è che, tra i vari errori di comunicazione o ricezione da parte dei cittadini delle informazioni sulla CIE, al PIN e al PUK della CIE non è mai stata data la dovuta importanza, e moltissimi non lo hanno conservato; prima non era un problema perché pochissimi usavano la CIE per fare l’accesso di livello 3 (leggendo ogni volta la carta e inserendo il PIN), causa scomodità, ma ora che col PIN si può attivare i più semplici livelli 1 e 2 hanno dovuto creare una sezione apposita per il recupero e il reset del PIN. Sicuramente tutto questo non aiuta, unito ai protratti problemi dei comuni nel rilasciare le CIE ad un ritmo pari alla richiesta.

    E’ vero che SPID è una cosa diversa, cioè un’implementazione regolamentata dallo Stato ma fatta dai privati (anche se due sono a partecipazione pubblica parziale o totale), però c’è anche da dire che SPID proprio per questo è molto più trasparente rispetto alla gestione della CIE: sono pubbliche tutte le specifiche di SPID e tutti gli obblighi a cui i provider devono sottostare, nonché tutti gli aggiornamenti di AGID a riguardo, e sono obbligatori controlli sulla gestione e l’implementazione, con sanzioni per i trasgressori. Per la CIE non esiste niente di simile e la gestione è ancora oggi lacunosa, con livello 1 e 2 non supportati in alcuni siti e la loro validità limitata solo all’Italia anziché a tutte l’UE come SPID. Poi siccome SPID si può fare con più tipi di documenti è anche più universale (può farlo anche chi non è cittadino quindi) e, quando eravamo ancora più indietro con le emissioni della CIE, si faceva con altri documenti che sono anche gratis (la CIE invece si paga una ventina di euro in media).

    Insomma, il governo Meloni a parole sembrava più volte puntare tutto sulla CIE per voler eliminare SPID, eppure SPID continua ancora ad ottenere il maggior utilizzo da parte dei cittadini e l’alternativa basata sulla CIE fatica a decollare.






  • Nella brochure si parla sia di circuito integrato per il montaggio su schede stampate che di microSD, con in futuro la possibilità del formato SIM; praticamente siccome il formato SIM contiene lo stesso chip delle smart card se il costo è abbastanza basso i chip delle future smart card tipo patenti e carte d’identità potranno essere sostituiti con questo chip sviluppato e prodotto da un’azienda italiana.

    Riguardo l’utilizzo in server o PC non ho ben capito se questo chip potrebbe fare da una specie di TPM, forse solo una parte. Sarebbe bello se sviluppassero anche un prodotto che fa da TPM vero e proprio.







  • Yes, bank accounts are still (only) bank accounts, which they have been for centuries with only cash (coins or banknotes) and paper-based accounting. Isn’t this the point? If the digital euro is to be a digital analogue for cash, surely one would expect it to play the same role as cash, which isn’t the form to store your entire wealth and belonging, but to serve as an easily tradeable and transportable form of money. The ECB doesn’t want to provide and manage bank accounts, or rather no central bank does as it’s simply not what banking has always been, it’s always been a private endeavour.

    I think the digital convenience of “anonymous” payments is real, and also that the ECB wanting to implement the digital euro as an online e-commerce compatible system from the beginning, directly challenging various different payment circuits with a single universal one, is also a significant development.


  • At the moment the idea that I have understood reading the various documents and interviews is that the digital euro wallets will not be a sort of bank account managed by the ECB, but they will be managed by the private banks (with similar guarantees for banking inclusion as existing bank accounts) and will be interoperable in order to use the common ECB-backed digital euro.

    Therefore you still have the banks managing the infrastructure; also to convince the banks to adhere and not to completely destroy the existing electronic payment circuits there is a proposal to have a limit on the maximum transaction amount.


  • I would also like to add that another horrible treatment of young men and women involved in the Japanese idol market (I would call it a meat market even) is the immense social pressure from the talent companies, which has been ruled illegal and unconstitutional, to keep romantic relationships secret, to always appear “available” to the fans. Despite the rulings there are still idols who get caught up in “scandals” from time to time and are more or less forced to issue massive apologies or leave their agency.












  • The centre-left parties in Italy have been pushing for a minimum wage law since the early spring, when the biggest party (PD) finished its congress and a new direction was elected. The right wing majority has now voted to delay any kind of discussion on the law proposal for two months, and the right wing minister for external affairs has gone on record saying things like “minimum wage is a Soviet measure” and “we need a rich wage, not minimum wage”.